L’incredibile storia della donna che diceva di essere Anastasija Romanova

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Uno dei casi più misteriosi del Novecento è stato quello della donna nota con vari nomi -Franziska Schanzkowski, Anastasija Romanov, Alessija Romanov Manahan o il più conosciuto Anna Anderson – che affermava di essere la granduchessa Anastasija Nicolaevna Romanova,  quarta figlia dell’ultimo zar di Russia Nicolaj II.
anastasia-rominovAnche se non venne riconosciuta dalla maggior parte dei suoi parenti sia dal lato paterno che materno, per moltissimi anni molta gente credette che veramente la donna fosse la granduchessa Anastasia e nel 1956 fu persino girato un film di successo per la regia di Anatole Litvak con Ingrid Bergman nella parte di Anna, interpretazione che le fece vincere un Oscar.

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La storia…

…inizia nel Febbraio 1920, quando una donna viene ricoverata in un’ospedale psichiatrico della capitale tedesca dopo essere stata ripescata da un canale a Berlino, in seguito ad un fallito tentativo di suicidio. Portata in ospedale, la paziente, dopo alcuni mesi di mutismo, un giorno, osservando in una rivista alcune foto della famiglia imperiale russa, afferma improvvisamente di essere la granduchessa Anastasija.

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A sinistra Anna Anderson, a destra la granduchessa Anastasia

Grazie alle infermiere si diffonde la voce che in ospedale c’è una donna che dice di essere la granduchessa Tat’jana (sorella maggiore della granduchessa Anastasija) e questa voce raggiunge la Baronessa Buxhoeveden, ex dama di compagnia della zarina Aleksandra Fëdorovna Romanova (nata Alice Vittoria Elena Luisa Beatrice d’Assia e di Renania) che, prima di una lunga serie di visitatori, va ad esaminare la donna. Senza esitazione la baronessa afferma che la donna è troppo bassa per essere Tat’jana. La paziente dice che ci deve essere stato un equivoco, in quanto lei è Anastasija e non Tat’jana.

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Baroness Buxhoeveden

Da questo momento inizia una lunghissima storia che durerà per tutto il ‘900 andando ben oltre la morte della donna per concludersi solo nel 1994 con la pubblicazione dei risultati degli esami del DNA.

La famiglia si divide

La sopravvissuta, che in un secondo momento chiamerà se stessa Anna Anderson, non convince né la zia materna Irene Luise Maria Anna von Hessen und bei Rhein di Prussia, né (anche se dopo qualche esitazione) la zia paterna Olga Alexandrovna, né Pierre Gilliard, l’insegnante di francese dei rampolli imperiali, che vanno in diversi momenti a visitarla. La zarina madre Marija Fëdorovna  (nata Dagmar di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg ), a differenza di quanto viene raccontato nel film di Anatole Litvak, e la figlia Ksenija Aleksandrovna Romanova (rispettivamente madre e sorella dello zar Nikolaj) invece rifiutano categoricamente di incontrarla.

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Pierre Gilliard e il granduca Alexej di Russia, Olga Romanova e Irene di Prussia

Ad alimentare i sospetti ci sono il fatto che Anna non parla russo, il suo inglese è orribile e si esprime in un tedesco piuttosto rozzo. Questa strana circostanza viene spiegata con lo shock provocato dalle sue orribili esperienze che avrebbero avuto come risultato il rifiuto di esprimersi nella lingua dei suoi persecutori.
Nel corso degli anni la storia si complica per le diverse prese di posizione di vari parenti: il figlio della principessa Irene, il principe Sigismondo, invia alla Anderson un elenco di 18 domande che riguardano fatti segreti della loro infanzia che solo Anastasija avrebbe potuto conoscere. Le risposte di Anna sono, secondo Sigismondo, così accurate da fargli affermare con assoluta convinzione che Anna è davvero Anastasija. Altri parenti Romanov affermano lo stesso, ma si tratta di persone che avevano incontrato Anastasija solo occasionalmente molti anni prima durante feste familiari in mezzo a una folla di parenti.

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Il principe Sigismondo

L’affermazione più interessante è però quella della principessa Cecilia di Prussia nuora del kaiser Guglielmo II di Germania e lontana cugina di Anastasija. Cecilia va a trovare la donna ed è colpita della sua rassomiglianza con la zarina madre Marija Fëdorovna. La kronprinzessin incontra Anna diverse volte nel corso di alcuni anni e alla fine è del tutto convinta che si tratti veramente di Anastasija.

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Crownprinzessin Cecilia di Prussia

Il mistero dello zio Ernie

La circostanza più misteriosa di tutta questa storia, e che spiega anche perché Cecilia fosse tanto convinta, è la conoscenza che Anna Anderson mostra di avere a proposito di un avvenimento della prima guerra mondiale noto davvero a pochi e forse mai avvenuto.

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Ernest Hesse-Darmstadt

Ad un certo punto Anna si lamenta del fatto che tra le persone venute a visitarla non ci sia lo zio Ernest, l’ex granduca di Hesse-Darmstadt, da lei incontrato l’ultima volta in Russia nel 1916. Dal momento che la Russia e la Germania in quel momento erano in guerra su fronti opposti, una visita di Ernie alla probabile nipote sarebbe stata impossibile, a meno che non si prenda in considerazione il poco noto caso Sisto.

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A sinistra Xavier, a destra Sisto di Borbone-Parma

Nel 1917 due fratelli dell’imperatrice e moglie di Karl IV, Zita Maria delle Grazie Adelgonda Micaela Raffaela Gabriella Giuseppina Antonia Luisa Agnese di Borbone-Parma, Sisto e Xavier, che si erano arruolati nell’esercito Belga, si recarono in tutta segretezza in Austria, per conto del cognato Karl ( conosciuto come Karl I d’Austria, re Karl IV d’Ungheria e re Karl III di Boemia),  per discutere le condizioni di una pace separata tra l’impero Austro-Ungarico e la Francia, all’insaputa dell’alleata Germania. Questo piano non ebbe esito favorevole e la guerra continuò. Quando, nonostante tutte le cautele prese, la notizia dell’incontro fu resa pubblica, ci furono enormi polemiche anche da parte del Kaiser Friedrich Wilhelm Viktor Albrecht von Hohenzollern che reputò un tradimento la trattativa segreta dell’imperatore Karl.
Se fosse vera la storia della visita di Ernie, anche il kaiser, addirittura un anno prima di Karl, avrebbe tentato delle trattative segrete per una pace separata in questo caso con la Russia, esattamente ciò che poi avvenne davvero con l’avvento di Lenin.

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A sinistra re Karl d’Austria-Ungheria e a sinistra Kaiser Wilhelm

Ma questa visita di Ernie in Russia c’era stata davvero? Questi, che dopo la guerra aveva dovuto abdicare al trono di Hesse, ma aveva continuato a vivere a Darmstadt e a mantenere le sue proprietà, negli anni ’20 sperava ancora di potere ripristinare il granducato e negò sempre con decisione di essere stato in Russia durante la guerra.

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Lo zar e la zarina di tutte le Russie con i cinque figli

Il caso si infittisce

Fra tutti gli oppositori della Anderson, Ernie era il più accanito. Non scherzava nemmeno la sorella maggiore della zarina Aleksandra Fëdorovna, Victoria di Hesse-Darmstadt, che non aveva dubbi circa la malafede di quella che voleva farsi passare per la Granduchessa.

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Victoria di Hesse-Darmstadt

Negli anni immediatamente successivi alla rivoluzione russa erano state diffuse, quasi sicuramente dal governo sovietico, delle voci che volevano solo lo zar giustiziato, mentre la moglie e i figli si diceva fossero stati risparmiati. In realtà già nella stessa estate del 1918, come è riportato nella biografia della principessa, Victoria di Hesse era stata informata direttamente da re Giorgio V (cugino di primo grado di Nikolai II) della uccisione di tutti i componenti della famiglia imperiale.
Gli Hesse erano quindi propensi ad accogliere con scetticismo i numerosi Aleksej, Marija, Tat’jana o Ol’ga che si moltiplicarono in quegli anni.

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Ol’ga, Tat’jana, Anastasija, Marija e Alexsej Romanov

Ernie per mettere una buona volta la parola fine alla vicenda, nel 1927 ingaggia un investigatore privato. Questi arriva alla conclusione che Anna Anderson è in realtà Franziska Schanzkowska, un’operaia polacca. Vengono anche ritrovati i fratelli di Franziska che la riconoscono. Nel 1928 subito dopo la morte della zarina madre Marija Fëdorovna, che non aveva mai voluto accettare la morte di Nikolaj e famiglia, venti membri della famiglia Romanov e i fratelli della zarina Alexandra, Ernest Hesse, Victoria Hesse e Irene Hesse, firmano congiuntamente una dichiarazione in cui affermano che Anna Anderson non è una delle figlie dello zar.

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Da sinistra in alto: Irene Hesse, Victoria Hesse, Ernest Hesse e la zarina Alexandra Romanova

A seguito di pressioni familiari anche il principe Waldemar di Danimarca che, nonostante l’opposizione di sua sorella Marija Fëdorovna, nel dubbio aveva pagato per anni le spese ospedaliere della Anderson, cessa ogni contributo. L’ambasciatore danese in Germania, che aveva appoggiato la Anderson per salvaguardare da ogni eventuale biasimo la famiglia reale, viene incoraggiato a sospendere ogni attività.

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Il principe Waldemar di Danimarca

Anna ha però ancora altri appoggi: per esempio il duca di Leuchtenberg (discendente del principe Eugenio, il figliastro di Napoleone che sposa una Wittelsbach. Il loro figlio Maximilian sposa la granduchessa Maria, una delle figlie dello zar Nicola I) e persino il compositore Sergej Vasil’evič Rachmaninov i quali la mantengono per molto tempo anche se non sono davvero conviti della sua reale identità .

Una questione finanziaria?

C’erano indubbiamente in ballo anche delle considerazioni finanziarie. Si era infatta diffusa la notizia che lo zar aveva lasciato presso la Banca d’Inghilterra delle ingenti somme e in particolare 4 milioni di rubli, una fortuna per l’epoca (oggi sarebbero l’equivalente di 9 milioni di euro per figlia) come dote di ognuna delle sue quattro figlie. La Banca di Inghilterra ha sempre negato questa circostanza ma si è scoperto in un secondo momento che lo zar aveva effettivamente depositato all’estero delle ingenti somme ma che durante la guerra le aveva tutte ritirate per utilizzarle negli ospedali militari.

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Nikolaj II

Nel 1938 Anna avvia una causa per il riconoscimento di identità che sarebbe durata fino al 1970 e che costituisce il caso giudiziario più lungo nella storia tedesca del Novecento.
I suoi oppositori durante il processo sono gli Hesse, prima Ludwig Hermann Alexander Chlodwig, che nel 1937 è succeduto al padre Ernest come capo della famiglia, e poi gli Hesse-Kassel dopo la riunificazione dei due rami. I fondi per la lunghissima causa sono forniti da Lord Louis Mountbatten, figlio della principessa Victoria Hesse, ultimo viceré dell’India, nonché cugino delle granduchesse uccise che, grazie alla moglie Edwina Cynthia Annette Mountbatten, poteva disporre di notevoli capitali.

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Louis Mountbatten e la moglie Edwina

Anna infatti, reclamava parte dei beni lasciati dalla zarina Alexandra in Germania. Fra i numerosi testimoni chiamati, ci furono la principessa Cecilia e un nipote del Kaiser affermarono sotto giuramento, fra l’altro, che il viaggio di Ernest Hesse in Russia c’era stato davvero e che avevano appreso questa notizia dall’imperatore Wilhelm in persona, il quale lo avrebbe ammesso alcuni anni dopo il conflitto.

La vita della Anderson fuori dall’ospedale psichiatrico e il verdetto

Dopo aver vissuto per un periodo nella Foresta Nera con il nome di Anna Anderson nel vano tentativo di sfuggire a curiosi e giornalisti, nel 1968 si trasferì negli Stati Uniti con il nome di Alessija Romanov, dove sposò lo storico John Eacott Manahan (nella foto in basso). Egli si autodescrisse spesso come Granduca-in-Attesa. La coppia visse in un relativo squallore a Charlottesville, in Virginia. La Anderson disse ad un visitatore che, nella Casa Ipatiev, l’intera Famiglia Imperiale ad eccezione dello zarevic Aleksej fu ripetutamente seviziata, ed ognuno di essi era costretto a guardare l’altro mentre veniva violentato. Il 20 agosto 1979, dopo vari giorni di vomito ed ostinati rifiuti ad ogni aiuto, la Anderson fu portata al Martha Jefferson Hospital di Charlottesville. Il dottor Richard Shrum la operò immediatamente dopo averle diagnosticato un cancro alle ovaie.

49510662_127780775073Ad un certo punto la corte tedesca incarica dei periti di comparare con i metodi della antropologia forense le fattezze di Anastasia e quelle di Anna e di confrontare la scrittura della Anderson con esempi di scrittura della granduchessa Anastasija. Entrambi gli esperti affermano che senza alcun dubbio si tratta della stessa persona. Nonostante queste testimonianze alla fine la corte dichiara, nel 1970, che Anna Anderson non era in grado di provare di essere Anastasija Nicolaevna Romanova.

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Alcuni documenti del processo

Il caso si riapre

Con la morte di Anna Anderson avvenuta nel 1984 a causa di una polmonite, il caso pare infine dimenticato fino a quando nel 1991, con l’avvento di Eltsin al potere, viene autorizzata un’indagine per il rinvenimento dei corpi delle persone uccise a casa Ipat’ev.

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Casa Ipat’ev e in basso la stanza dove la famiglia reale fu sterminata

I resti vengono ritrovati ma mancano due corpi : quello dello zarevic Aleksej e quello di una delle figlie, ma non si sa di quale delle quattro. Nel 1993 vengono resi noti i risultati delle analisi DNA e viene confermato che si tratta della zarina Alexandra  e di tre delle figlie, grazie ad un confronto con il DNA fornito dal principe Filippo duca di Edimburgo (marito della regina Elisabetta II), la cui nonna materna era la sorella della zarina.

Nikolaj viene identificato da campioni forniti dal duca di Fife (discendente per via femminile dalla regina Alexandra, sorella dell’imperatrice Marija Feodorovna) e da una discendente della granduchessa Ksenija Aleksandrovna Romanova.
Negli stessi anni si cerca di analizzare alcuni tessuti di Anna Anderson che erano conservati nell’ospedale dove la donna aveva subito l’intervento chirurgico.

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Da sinistra Ol’ga, Marija, Tat’jana ed Anastasija Romanova

Si cerca di avere la collaborazione di Filippo di Edimburgo o dell’unica sorella di Filippo ancora in vita, la principessa Sofia di Hannover, ma era il 1994 e la corte inglese sconsiglia fortemente di alimentare ancora una volta la questione Anna Anderson. Proprio in quel momento, infatti, si sta organizzando la prima visita ufficiale di un monarca inglese, la regina Elisabetta, in Russia dopo la rivoluzione (che poi viene bruscamente annullato a causa di una disputa con il Cremlino).

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I resti dei Romanov mentre erano in attesa di essere esaminati

Infine la scienza prevale e vengono confrontati i campioni di DNA del principe Filippo, dei resti ritrovati ad Ekaterinburg, di un nipote di Franziska Schanzkowska e di Anna Anderson : viene confermato senza ombra di dubbio che Anna Anderson non era Anastasija, ma per l’appunto Franziska Schanzkowska, circostanza già scoperta da Ernie nel lontano 1927. Infine nel 2007 vengono ritrovati anche i resti di Aleksej e della sorella mancante : si tratta in realtà di Marija e non di Anastasija che era già nel primo gruppo rinvenuto nel 1991.

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La famiglia reale riposa nella chiesa di San Pietro e Paolo

In conclusione possiamo dire che Anna Anderson /Franziska Schanzkowska è stata certamente un’incredibile attrice, capace di recitare per decenni con assoluta convinzione la propria parte senza mostrare la minima esitazione e ha superato test allora considerati attendibili per essere smascherata infine solo dall’analisi del DNA.

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