Una vita tra formalità e riformismo: Akihito e Michiko del Giappone

Tra gli ultimi messaggi rilasciati dall’imperatore del Giappone, forse il più importante della sua vita politica è stato quello diffuso nell’agosto 2015 e registrato nel Palazzo Imperiale di Tokyo. Le immagini di quel video hanno fatto il giro del mondo: l’ottantatreenne Akihito, imperatore del Giappone e “unità del suo popolo” – così come scritto nella Costituzione giapponese – sedeva alla scrivania ed il suo volto tradiva molto più delle parole la gravità del messaggio che stava lanciando. Una richiesta d’aiuto, a tutto il suo popolo : lasciatemi libero. Dopo 28 anni di regno, probabilmente, l’imperatore avrebbe voluto ritirarsi a vita privata e lasciare gli affari di stato in mano a suo figlio, il Principe della Corona Naruhito.

Ma abdicare, nel Giappone moderno, è semplicemente impossibile. La Kunaicho – potentissima Agenzia della Casa Imperiale che controlla vita e morte dei regnanti di Tokyo- come sempre ha lasciato trapelare ben pochi dettagli su quel discorso. Questo non è tutto: la tradizione Giapponese è molto rigida e sia l’imperatore che l’imperatrice devono sottostare ad alcune rigidissime regole stabilite dal protocollo. Per capire meglio i motivi di tanta rigidità, è meglio fare un passo indietro nel tempo.

Cenni storici

Fino al periodo Edo (che va dal 1603-1868), l’abdicazione degli imperatori era una pratica piuttosto diffusa. L’ultimo imperatore ad abdicare fu Kokaku ( 1771 – 1840), che lasciò al figlio l’impero nel 1817. Per rendere l’idea delle generazioni passate nel frattempo, basti pensare che Kokaku era il 119° imperatore del Giappone, Akihito è il 125°. A partire dall’ 800 il mondo si è trasformato, il Giappone ha cambiato volto, e le lotte di potere tra shogunati (governo militare) e il potere politico imperiale sono finite con l’inizio della Restaurazione Meiji nel 1866. Ottant’anni dopo, gli americani che riscrissero la Carta giapponese subito dopo la fine della guerra e la resa incondizionata di Tokyo, lasciarono il padre di Akihito, Hirohito, al suo posto d’imperatore.

imperatore-hirohito-300x244
L’imperatore Hiroito

Il trono del Crisantemo fu spogliato però di tutte le caratteristiche che fino ad allora avevano costituito l’impero giapponese, rendendo quella dell’imperatore  una figura prevalentemente di rappresentanza. Dopo il 1946, chi siede sul trono non ha più una “natura divina”, come lo stesso Hirohito annunciò nel suo discorso trasmesso alla radio il 1° gennaio del 1946 (conosciuto anche sotto in nome di Ningen- Sengen). L’imperatore non è più il comandante in capo e gli è preclusa qualsiasi interferenza con la politica. Furono invece lasciate le tradizionali regole di successione di padre in figlio (rigorosamente maschio), e rimase pure la norma secondo la quale “l’imperatore resta in carica fino alla sua morte”.

Dei sovrani senza voce

Anche solo per fare una passeggiata a Tokyo, l’imperatrice Michiko deve chiedere l’autorizzazione alla Kunaicho quattordici giorni prima. Il protocollo dell’Agenzia  è tra i più rigidi del mondo. La coppia imperiale non possiede un cognome, non possiede documenti, non possiede beni materiali (appartengono tutti allo stato), non può esprimere opinioni, nemmeno sulla marca di sake preferita, che viene consegnato alla coppia imperiale senza etichetta. L’imperatrice deve seguire tutte le regole previste, anche quelle stabilite per il suo rapporto pubblico con il marito. In un articolo scritto  in occasione della visita a Londra dei due, il giornalista William Langley descriveva l’imperatrice Michiko come “una farfalla con un’ala rotta”.

photo_1350724794601-1-0
L’imperatrice Michiko

Il suo ruolo è davvero marginale: durante gli eventi ufficiali, la sovrana deve cambiare il kimono tre volte al giorno, tenere gli occhi bassi, e camminare tre passi dietro suo marito. Non possiede soldi suoi, tanto meno un telefono dal quale fare telefonate private. E il responsabile di queste regole non è di certo l’imperatore Akihito. Il problema è da attribuire alla temutissima Kunaicho, che Langley descrive come “un gruppo di burocrati il cui unico lavoro è quello di tenere la famiglia sotto uno stretto controllo, e assicurarsi che tutti i membri vivano secondo i dettami dell’agenzia”.

Akihito e Michiko: una favola moderna

La coppia imperiale si è incontrata durante una partita di tennis, nell’estate del 1957, in un resort a Karuizawa, una popolare meta turistica nella prefettura di Nagano. Michiko era la figlia maggiore di Hidesaburo Shoda, presidente della Nisshin Seifun, un’importante azienda di prodotti alimentari giapponese. Dopo un anno e mezzo dal loro incontro, la Kunaicho annunciò il fidanzamento tra l’erede al trono Akihito. Il fatto che lei non fosse una aristocratica, ma la prima donna senza sangue blu a fidanzarsi con un erede al trono, portò i giapponesi ad amarla sin da subito tanto che, secondo l’agenzia di stampa Kyodo news, in quel periodo aumentarono perfino le vendite dei televisori tra la popolazione, perché tutti volevano vedere la futura coppia imperiale coronare il sogno d’amore, che si concretizzò con le nozze il 10 aprile 1959.

ap155111361004094338_big
La coppia imperiale nel giorno delle nozze

Nonostante le rigide regole di etichetta e la sofferenza più volte espressa da Michiko, l’imperatrice ha sempre rispettato il suo ruolo e gli impegni. Ed è anche per questo che la moglie dell’attuale erede al trono Naruhito, la principessa triste Masako Owada, forse prossima imperatrice, non è vista di buon occhio dalla Kunaicho. Oggi cinquantatreenne, Masako è figlia di diplomatici e lei stessa aveva davanti una buona carriera nel campo delle relazioni internazionali ma dovuto rinunciare a tutto nel 1993, quando ha sposato l’erede al trono Naruhito. Dieci anni dopo, quando la primogenita Aiko aveva solo due anni, Masako è sparita dalla vita pubblica. Da anni soffrirebbe di una forte depressione, che i media nipponici attribuiscono al fatto di non essere riuscita a dare al marito – e al popolo– un figlio maschio. Da buon marito Naruhito l’ha sempre difesa, parlando di una incapacità della moglie ad adattarsi alla vita imperiale, ma questo non impedisce i tabloid giapponesi di pubblicare (ancora oggi) articoli contro Masako, accusandola di non svolge il proprio ruolo.

naruhito-t
Il principe ereditario Naruhito e la moglie Masako

Basta leggere l’intervista di qualche anno fa della  scrittrice giapponese Nanami Shiono (amica dell’imperatrice Michiko) che di lei disse: “Masako era la speranza delle donne giapponesi. Oggi, con il suo rifiuto di assolvere i doveri pubblici e i suoi gusti da arricchita, è la nostra vergogna”. E aggiunge poi: “Dopo il terremoto, correre a confortare quella povera gente sarebbe stata un’occasione per recuperare. Invece lei non va. Come non esce a salutare quei giapponesi che arrivano da ogni parte del paese per pulire, gratis, il palazzo imperiale. Così distrugge l’immagine del principe ereditario. Il popolo si è staccato da lei”.

2007033089808
La scrittrice Nanami Shiono

Un commento

Lascia un commento